Le mattine più dolorose sono quelle dopo una notte infestata da sogni di ragni e altezze

davidfosterwallace

Le mattine più dolorose sono quelle dopo una notte infestata da sogni di ragni e altezze, e allora ci vogliono tre caffè e due docce e a volte anche una corsa per allentare la presa sulla gola della sua anima; e queste mattine postsogno sono anche peggiori se ci si sveglia accanto a qualcuno, se il Soggetto della notte precedente è ancora là e vuole cinguettare o farsi fare le coccole o scopare, e magari chiede com’è esattamente la storia dei bicchieri capovolti e appannati sul pavimento del bagno, e fa commenti sulle sue sudate notturne, e sbatacchia le cose in cucina, e prepara le aringhe affumicate o frigge il bacon o qualcosa di ancora più odioso e meno vicino al miele, che lui però è tenuto a mangiare con il gusto postcoito del maschio; quel tipo di donna che gode a Dar Da Mangiare Al Suo Uomo e vuole che anche chi al mattino riesce a ingollare a fatica solo del pane tostato col miele, be’, si ingozzi come un vero maschio, coi gomiti all’infuori e biascichi anche un po’. Ma anche quando è da solo, libero di stiracchiarsi da solo e mettersi a sedere lentamente e appallottolare le lenzuola e andare in bagno, queste mattine tremende danno inizio a giornate che Orin rimuginerà per ore su come portare a termine. Le mattine peggiori, coi pavimenti freddi e le finestre calde e la luce senza pietà – la certezza dell’anima che il giorno non dovrà essere traversato ma scalato verticalmente, e andare a dormire alla fine della giornata sarà come cadere da un punto molto in alto, a strapiombo.

__ David Foster Wallace – “Infinite Jest” __

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